Bibl.: «lo Specchio», Pisa, III, N. 27, Febbraio 1997
Giovanni 
  Armillotta
  È 
  uscito il N. II (1996) di Africana, rivista diretta dal Prof. Vittorio 
  Antonio Salvadorini
  LA STORIA DEI PAESI EXTRAEUROPEI È UNA PARTE FONDAMENTALE
  DEL CAMMINO DELLUOMO
II numero 
  II (1996) di Africana, rivista di studi extra-europei, 
  si presenta con una serie di lavori prodotti da autorevoli studiosi, cultori 
  e docenti di discipline relative ad Africa, America latina ed Asia, a significare 
  la volontà di realizzare gli scopi dellAssociazione di Studi Extraeuropei 
  (Ase). La rivista, diretta dal Prof. Vittorio Antonio Salvadorini  ordinario 
  di Storia e istituzioni dei Paesi afroasiatici presso la Facoltà di Scienze 
  Politiche dellUniversità di Pisa nonché presidente dellASE 
   si articola in quattordici saggi di altrettanti autori, preceduti dallintroduzione 
  del presidente.
  Salvadorini, fa notare come con la scomparsa dellinsegnamento di storia 
  dei paesi extraeuropei si è persa una materia di primo livello a favore di situazioni 
  inesaustive ed incomprensibili. Anni fa, durante la spettacolare gemmazione 
  accademica di discipline specialistiche, fenomeno  sostiene Salvadorini 
   legato più ad effimera moda che a reali esigenze di approfondimento, 
  si verificò leliminazione di storia e politica coloniale, sostituita da 
  unambigua Storia e istituzioni dei Paesi afroasiatici. In effetti fu cancellata 
  una disciplina di riferimento sui problemi dei Paesi extraeuropei, con lassurda 
  eliminazione di storia e problemi relativi ad altri popoli e Paesi. Al contrario 
  Storia e istituzioni dei Paesi afroasiatici fu accettata con sgomento e talora 
  con ilarità, in quanto averla inventata in omaggio alla decolonizzazione significava 
  impoverirla dal lato delle relazioni internazionali, facendo scomparire i Paesi 
  del Centro-Sud America e pacifico-oceanici dalla conoscenza dei giovani. Sembrò 
  opportuno escludere il termine coloniale, ma nel migliore dei casi 
  fu una generosa illusione che ciò potesse condurre i nuovi membri della comunità 
  internazionale alla piena indipendenza, o forse nella cinica convinzione che 
  fosse necessità dei tempi indulgere alluso di parole nuove che tuttavia 
  nulla mutavano nella pratica delle relazioni internazionali.
  La storia delle relazioni internazionali è stata una disciplina eminentemente 
  eurocentrica: deve la sua fama soprattutto agli studi e alle ricerche sulle 
  relazioni fra i Paesi europei, sui Paesi che contano, per dirla 
  banalmente ed in breve, mentre il ruolo, le istituzioni, le dinamiche sociali 
  del resto del pianeta  fattori indispensabili per lo sviluppo della conoscenza 
  del mondo contemporaneo  vengono marginalizzate.
  In definitiva la riproposizione di Storia dei paesi extraeuropei (o geopolitica) 
   obbligatoria e fondamentale per la Facoltà di Scienze Politiche  
  vuole andare al di là di un brillantissimo corso monografico, seppur altamente 
  istruttivo sul piano metodologico, che non può sostituirsi alla conoscenza generale 
  del mondo contemporaneo: non si può prescindere dalla storia dellespansione 
  coloniale, della decolonizzazione, dei problemi dello sviluppo e del sottosviluppo, 
  dei regimi autoctoni e di quelli importati. ecc.  o, per dirla con le 
  parole di Salvadorini: A chi verrebbe in mente di far studiare soltanto 
  l’anatomia della mano, senza pretendere la conoscenza della anatomia umana?.
© Giovanni Armillotta, 1997