Associazione di Studi Extraeuropei
Pisa

Vittorio Antonio Salvadorini
PREFAZIONE AL NUMERO I (1994-1995) DI «AFRICANA»

Nel momento in cui presentai la mia candidatura a presidente della Associazione degli Africanisti italiani dichiarai che avevo per scopo non soltanto l’aumento dei nostri insegnamenti nelle università italiane, ma anche la pubblicazione di un bollettino della associazione stessa, che rendesse conto di quanto i soci fanno. Debbo confessare che mi sento colpevole, sia per il primo aspetto che per il secondo.
Per quanto riguarda l’aumento degli insegnamenti c’è stato il timore di alcuni soci a chiedere o far chiedere dalle rispettive facoltà concorsi a cattedra di prima e di seconda fascia; infatti abbiamo avuto nuovi posti di professore associato a Pisa, Padova, Catania, Napoli IUO e un solo posto di professore ordinario a Palermo: mentre è d’uopo esprimere rallegramenti ai vincitori, è anche doveroso ricordare che vi erano e vi sono legittime aspettative che non sono state soddisfatte proprio perché non sono stati chiesti posti; mi auguro che in futuro coloro che hanno partecipato ai concorsi, e altri che hanno manifestato il desiderio di concorrere, pur non avendo presentato domanda, vogliano rafforzare la propria candidatura chiedendo posti nelle proprie facoltà o attivando i membri della associazione perché si facciano promotori di congrue richieste in altre facoltà.
Per quanto riguarda la pubblicazione del bollettino ho dovuto fare i conti con i limitati mezzi della associazione; non a caso il direttivo ha deciso di pubblicare i nomi dei soci in regola con il versamento della quota sociale, il cui importo deve ritenersi più simbolico che sostanziale: le nostre risorse sono modeste e l’attesa di sponsors si è rivelata deludente. Senza la cordiale e amichevole comprensione della ETS e della Cassa di Risparmio di Pisa - a entrambe si rinnova un sentito grazie - non sarebbe stato possibile uscire.
Detto questo debbo inoltre significare perché ho deciso di uscire.
Prima di tutto penso che un’associazione di studiosi debba in qualche modo manifestarsi al pubblico e un bollettino, una pubblicazione periodica, sono il mezzo migliore; parecchi dei soci fanno parte anche dell’Istituto italoafricano, grazie al quale hanno la possibilità di dare alle stampe propri lavori che, però, debbono sottostare alle esigenze redazionali e all’indirizzo della rivista, qualunque esso sia. Io credo invece che l’organo di una associazione tanto composita, variegata come la nostra, non debba stabilire né programma editoriale né indirizzo culturale-scientifico: i soci sono stimati professionisti, professori universitari, ricercatori, dottori di ricerca, e così via, vale a dire persone che hanno acquisito sufficiente maturità per esprimere liberamente e responsabilmente il loro pensiero: chi vuole potrà scrivere e i lavori verranno pubblicati in ordine alfabetico.
Inizialmente avevo pensato di riproporre il nome di «Bollettino della Associazione degli Africanisti italiani», per ridare vita alla iniziativa del compianto professor Carlo Giglio, fondatore della associazione; ultimamente ho deciso di adottare il nome di «Africana», perché ormai di amici, allievi, conoscenti, estimatori di Giglio siamo rimasti in pochi; poi perché potrebbero esistere diritti sulla testata e, infine, perché quel bollettino aveva un indirizzo e non voglio né imporne né averne. La voce di tutti i soci dovrebbe apparire di quando in quando a testimonianza di vitalità, di produttività, della realizzazione di varie attività e iniziative, scientifiche, culturali, organizzative, divulgative.
Non è stabilita periodicità fissa, anche se mi auguro che possiamo uscire ogni anno; ciò dipenderà dalle quote e dall’arrivo dei soci; stavolta ne sono giunti parecchi, tanto da superare le aspettative e soprattutto i sedicesimi che l’editore aveva offerto praticamente in omaggio.
[...]
Debbo, infine, segnalare gli ottimi rapporti con le associazioni europee di africanisti e con alcune latinoamericane; frutto di questa rinnovata attività è stata l’elezione di Bernardo Bernardi a presidente del Conseil Européen des Études Africaines.

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