Besnik Dizdari
BUONI I RAPPORTI SPORTIVI ITALO-ALBANESI
Alcuni italiani nel passato e nel presente dello
sport d’Oltreadriatico
Besnik Dizdari è fra i giornalisti albanesi più noti,
avendo creato uno stile originale nella pubblicistica sportiva; grazie
alla sua attività professionale è stato scelto e citato dall'autorevole
«Who's Who in the World», edizione 1998
Besnik Dizdari është ndër gazetarët më
të njohur të Shqipërisë duke kruijuar një stil
të tijin në publicistikën sportive dhe falë arritjeve
të tij është përzgjedhur dhe përfshirë në
botimin e mirënjohur «Who's Who in the World» të
vitit 1998
Besnik Dizdari is one of the most well-known Albanian journalists,
because he has an original style in his sports articles; thanks to his
professional activity he was chosen and mentioned by authoritative «Who's
Who in the World», 1998 edition
Tempo fa ho letto su un noto quotidiano sportivo italiano
un pezzo che mi ha commosso. Un’intervista ad un calciatore del Brindisi,
Fotuzi (ex 17 Nëntori, oggi Sportklub). Ciò è
ulteriore indice di sostegno che l’Italia sportiva porge a questi giovani
albanesi.
Scrivendo quest’articolo rivivo la storia, la storia
sportiva d’Albania. Quasi tutti i vari sport sono stati introdotti dalla
vicina Italia. Dal calcio e fino al ciclismo.
I pionieri italiani dello sport albanese
Avendo come modello il Giro d’Italia, e con biciclette della ditta Bianchi, l’Albania varò il suo giro nel lontano 1925 (pri,o fra gli Stati balcanici). Mi sovvengono i preziosi contributi degli istruttori italiani, che lavorarono qui prima della seconda guerra mondiale, e offrirono la loro esperienza pure nel campo dell’organizzazione. Inoltre parecchi studenti albanesi si diplomarono all’Accademia di Educazione Fisica di Roma, diventando i primi specialisti che, armati del bagaglio tecnico del tempo, operarono con entusiasmo nel nostro Paese. Un altro "evento" si registrò a Shkodër (Scutari); negli anni Venti fu fondata una squadra di calcio dal nome Juventus, i cui giocatori indossavano la maglia dagli stessi colori della compagine torinese.
I giocatori albanesi nelle grandi del calcio italiano
Ma la storia si fa anche con le immagini conservate nel
cassetto, in quanto il retaggio della memoria spesso va a discapito della
realtà.
La Kombëtarja (Nazionale), campione dei Balcani
nell’anno 1946. Il primo giocatore che vedo sulla destra è Loro
Boriçi, il calciatore e l’allenatore più popolare del calcio
albanese: nel campionato italiano 1941-42 giocò con la Lazio, assieme
al grande Piola. Il secondo a destra è il portiere, protagonista
indimenticabile di quegli incontri che condussero la rappresentativa albanese
alla conquista del titolo balcanico ’46 (primo torneo ufficiale europeo
dopo il conflitto, disputato da Albania, Bulgaria, Jugoslavia e Romania).
Il suo nome è Giacomino Poselli (Xhakomino Pozeli), un italiano
che diede tanto al calcio albanese, e fece ritorno in patria lasciando
molti rimpianti nei suoi compagni ed in tutto il pubblico.
Poi scorgo Riza Lushta. Giocò molti anni in Italia,
dopo essersi trasferito dallo Sportklub sin dal 1939. Iniziò
dal Bari e poi alla Juventus di Torino, con la quale vinse la Coppa Italia
1941-42, e poi rendendosi protagonista della classifica marcatori 1942-43.
Un altro ex calciatore dello Sportklub è
Naim Krieziu. Percorse nello stesso periodo una brillante stagione con
la Roma, conquistando lo scudetto del 1941-42. Dopo rimase nel calcio:
allenatore professionista della categoria maggiore.
Ritratto con la maglia del Bologna è Sllave Llambi:
ritornò in Albania con Boriçi, costituendo uno dei punti
di forza della Kombëtarja.
Altri Albanesi giocarono in seno a società italiane
negli anni Quaranta, seppure per un tempo alquanto breve. Portarono con
sé il fardello di una fruttuosa esperienza che consentì loro
di divenire titolari della Nazionale del ’46.
I rapporti italo-albanesi fra oblio e ripresa
Pure durante il lungo periodo di oblio delle relazioni
italo-albanesi dal dopoguerra, l’Italia ha costituito un modello. Tramite
i canali televisivo e radiofonico i giovani albanesi hanno seguito e seguono
lo sport italiano. Da Mazzola a Riva, da Zoff a Scirea; dalla Simeoni a
Mennea e Moser; fino alla nuova generazione dei Bugno, Schillaci, Baggio,
Zola, Tomba, Bordin e altri, la cui attività è oggetto di
profondo interesse.
È difficile trovare un altro Paese che segua con
tanta dedizione gli incontri del campionato italiano di calcio, ed in specie
da quando – grazie al CONI e personalmente al Dr. Mario Pescante – ci è
stata offerta la possibilità d’introdurre nella nostra schedina,
ogni settimana, cinque incontri del campionato italiano.
Venti di cambiamento stanno spirando sulle nostre relazioni.
Così come l’Italia è venuta incontro agli emigranti parimenti
il suo atteggiamento è tale verso gli sportivi. La pubblicazione
sul mio bisettimanale «Sporti» (oggi «Sporti
Shqiptar», settimanale, n.d.G.A.) di articoli dedicati allo sport
italiano vuole essere un simpatico atto di amicizia, denso d’interesse
per i nostri appassionati.
Indicativa è stata la firma tra CONI e Comitato
Olimpico Albanese di un accordo che ha apportato notevole giovamento al
nostro sport, in virtù dei molti scambi previsti. Oltre e fuori
a detta intesa, il protocollo ne sottolineava ulteriormente la premura:
una sollecitudine umana che un Paese sviluppato porge ad uno impreparato
ed in difficoltà.
La stampa albanese e italiana
Da un punto di vista giornalistico lo sport albanese sulle
pagine della stampa italiana annovera ottimi conoscitori. «La
Gazzetta dello Sport» segue l’Albania attraverso gli scritti
del pisano Giovanni Armillotta. Il «Guerin Sportivo»
e «Il Corriere dello Sport» dànno il loro regolare
contributo mediante la penna del barese Giuseppe Montagna. Inoltre il giornalista
e grande statistico, Luigi Mengoni, da anni studia la nostra atletica minuziosamente:
ciò gli ha permesso di pubblicare libri ed opuscoli su di un argomento
inedito a livello mondiale. Oltre a questi mi preme ricordare la fama di
albanologo sportivo dell’altoatesino di Bressanone, Orlando Mazzoli, Segretario
Regionale della Federazione Italiana Collezionisti Materiale Calcio.
E noi, loro colleghi, , diffondiamo sul nostro giornale
i successi e i dati dello sport italiano: il bisettimanale «Sporti»
con le sue 60 mila copie copre ogni angolo del Paese.
La cooperazione fra Italia e Albania è un punto
fermo. Anche se in passato si è avuto un suo forte sviluppo – poi
bloccatosi per il susseguirsi delle vicende politiche – non ha mai cessato
di essere auspicata e desiderata da tutti.
© Giovanni Armillotta, 1999