"METODO", N. 21/2005

Umberto Fortis
PREMESSA A
DALL’ANTIGIUDAISMO ALL’ANTISEMITISMO
L’ANTIGIUDAISMO ANTICO E MODERNO

1943-2003. A sessant’anni dall’inizio delle deportazioni nazifasciste dall’Italia il Centro di Studi Ebraici della Comunità Ebraica di Venezia ha voluto dedicare due giornate di studio al problema dell’antigiudaismo e dell’antisemitismo, per ripercorrere il lungo itinerario che ha portato agli eventi più tragici della storia del XX secolo. Questo volume raccoglie le relazioni presentate alla prima giornata (30 marzo 2003), dedicata al tema «L’antigiudaismo antico moderno», durante la quale si è cercato, attraverso un’analisi ‘per campioni’, di individuare i momenti più significativi delle manifestazioni di ostilità nei confronti del popolo ebraico lungo l’arco dei secoli, a partire dal mondo antico fino all’età moderna.

Uno dei nodi più complessi, infatti, sui quali insiste concordemente la storiografia contemporanea, è quello dei rapporti di continuità tra la millenaria discriminazione antiebraica e i movimenti antisemiti dell’Ottocento e del Novecento. Pur nella consapevolezza che l’antichità non manifestò mai comportamenti assimilabili al moderno concetto di razza e che i molti massacri compiuti nel confronti degli ebrei in età medievale e moderna non furono determinati da atteggiamenti persecutori simili a quelli nazisti, tuttavia, per comune consenso, le lontane radici del moderno antisemitismo vanno ricercate nei secoli antichi, quasi su un terreno favorevole a ogni futuro sviluppo.
Sia che l’atteggiamento di ostilità antiebraica fosse dovuto all’essenza stessa del giudaismo, alle sue caratteristiche culturali, religiose e sociali, del tutto singolari e incomprensibili per il mondo ellenico e romano, come vogliono alcuni; sia che l’avversione derivasse, invece, da conflitti di ordine politico e sociale, diversi nelle varie aree geografiche, certo è che la cultura antica ha prodotto una vasta gamma di stereotipi negativi, destinati a durare nel tempo: dalla famosa «leggenda degli impuri», per spiegare l’esodo dall’Egitto, all’accusa di omicidio rituale, all’adorazione dell’asino e simili, all’incomprensione nei confronti della circoncisione o del riposo del sabato. Il rifiuto del particolarismo ebraico (antigiudaismo, ebreofobia, giudeofobia che dir si voglia), porco raramente a persecuzioni (ad es. ad Alessandria nel 38 e.v.) o a misure repressive (ad es. sotto Adriano nel 135 e.v.), ma costituì comunque un antecedente di forte rilevanza, creando un contesto nel quale l’avvento del cristianesimo poté più facilmente sviluppare la propria percezione negativa nei confronti degli ebrei, sia sul piano religioso che sul piano morale. Portatori dell’errore, necessari comunque a rivelare la verità cristiana, o elementi contaminanti in una società che perciò li deve discriminare, gli ebrei divennero oggetto non solo di serrate polemiche teologiche, ma sempre più anche di restrizioni giuridiche. Attraverso Ì padri della chiesa, S. Agostino e Ì molteplici exempla medievali si giunse a una vera demonizzazione, destinata a sfociare, nel tempo, nei più noti atti persecutori: dai massacri di massa durante le crociate alla diffusione dell’odio attraverso le prediche di francescani e domenicani; dall’Imposizione del segno distintivo alle accuse di deicidio, di omicidio rituale, di usura, di avvelenamento dei pozzi, di diffusione della pesce, accanto a eventi storici di valore epocale, quali l’inquisizione, la cacciata dalla penisola iberica, l’istituzione dei ghetti.
Quando, nella seconda metà dell’Ottocento, si diffusero le teorie razziste e sulla minoranza ebraica gravò l’impronta di «razza maledetta», giustificata anche dall’accumulo, nel tempo, di un’avversione totale, tutti gli stereotipi millenari non solo furono riattivati nella nuova prospettiva denigratoria, ma ebbero anche la funzione di costante sostegno dell’antisemitismo vero e proprio. Il legame che intercorre dunque tra l’antigiudaismo antico, medievale e moderno e l’antisemitismo otto-novecentesco è assai stretto e giustifica la riproposta di una documentazione che consenta di ripercorrere il millenario cammino di ostilità e di avversione, che ha segnato costantemente, nei secoli, la vita degli ebrei in oriente e nella diaspora.

Le quattro relazioni presentate a questa, giornata di studio, pur riviste dagli autori, mantengono il tono e il carattere dell’esposizione orale, con la sola aggiunta delle note o della bibliografia. Nelle citazioni all’interno delle relazioni sono stati mantenuti i criteri di scelta dei singoli autori.
Le sezioni documentarie sono dovute al curatore.
Durante la giornata alcune testimonianze sono state lette da Roberta Grassini e da Marino Veronese.

Umberto Fortis (a cura di): Dall’antigiudaismo all’antisemitismo. L’antigiudaismo antico e moderno,
Silvio Zamorani Editore, Torino, 2004, pp. 128. ISBN 88-7158-125-3, € 18,00