"METODO", N. 20/2004

Giovanni Armillotta
LA FAMIGLIA LINGUISTICA DANESE

Danese
Il danese appartiene alla famiglia delle lingue germaniche e in questa al gruppo nordico o scandinavo. Oltre che della Danimarca, è la lingua ufficiale della Groenlandia e, insieme col feringio (la lingua locale), delle Fær Øer. Importato in Norvegia nel secolo XIV, vi ha dato luogo a una varietà che presenta leggere divergenze dall’uso della Danimarca e che coesiste con un altro tipo di norvegese più conforme alle tradizioni nazionali.
La scrittura del danese è ormai quasi esclusivamente quella latina; ma fino a poche diecine d’anni fa si usava più spesso la scrittura gotica. In fatto di fonetica si notano differenze sensibili tra la pronunzia più lenta e la pronunzia più affrettata.
L’accento tonico cade di solito sulla prima sillaba del radicale di ciascuna parola; ma non è una regola assoluta.
Le vocali possono avere pronunzia breve o lunga. Non c’è una regola assoluta; ma in generale sono brevi quando sono atone e quando sono seguite, nella scrittura, da due o più consonanti, altrimenti sono lunghe.
Lettere non esistenti in italiano:
Å-å: suona ò (ossia o aperta italiano); al pari della sua variante grafica AA-aa, è collocata in fondo all’alfabeto danese: Z-z, Æ-æ, Ø-ø, e poi alla fine Å-å
AA-aa: è un digramma sostituito in genere dalla lettera Å-å nell’uso più recente; rimane o può rimanere, comunque, in certi nomi propri
Æ-æ: suona è (ossia e aperta italiana)
Ø-ø: suona come intermedia fra la eu del francese jeune e fra la ö tedesca lunga

Norvegese
Nel 1380 la Corona di Norvegia fu unita a quella di Danimarca fino al 1814 quando fu ceduta al Re di Svezia, Carlo XIII (1809-1818); diventò indipendente nel 1905 con Haakon VII (1905-1957), figlio di Federico VIII di Danimarca (1906-1912). In Norvegia esiste un bilinguismo ufficialmente riconosciuto. Una delle due lingue è il cosiddetto Riksmål (lingua di Stato) o Bokmål (lingua dei libri), che è una varietà più che altro nel lessico, della lingua danese, diffusasi in Norvegia quando questa nazione, dal 1380 in poi, ebbe il re in comune con la Danimarca, e massime dopo il 1536, quando fu praticamente sottoposta al dominio danese, sotto cui rimase fino al 1814. La seconda lingua è il cosiddetto Landsmål (lingua del Paese) o Nynorsk (nuovo norvegese), che fu formato verso la metà dell’Ottocento per impulso del linguista Ivar Aasen sulla base di dialetti locali, diretti continuatori dell’antico nordico.
La pronunzia del Bokmål è pressappoco quella danese. Un po’ diversa è la pronunzia del Nynorsk.
Come in danese e in altre lingue germaniche, l’accento tonico cade di solito sulla prima sillaba del radicale di ciascuna parola; ma non è una regola assoluta.
Le vocali possono avere pronunzia breve o lunga. Non c’è una regola assoluta; ma in generale sono brevi quando sono atone e quando sono seguite, nella scrittura, da due o più consonanti, altrimenti sono lunghe.
Non si fa invece distinzione tra consonanti di diversa durata. Le consonanti scritte doppie sono pronunziate scempie come le altre; la loro scrittura doppia da solo un indizio di pronunzia breve della vocale da cui sono precedute.
Vale anche per il norvegese la collocazione delle lettere Æ-æ, Ø-ø, Å-å in fondo a tutto l’alfabeto, già osservata a proposito del danese.

Islandese
L’islandese appartiene alla famiglia delle lingue germaniche e in essa al gruppo nordico. Dal secolo XII alla metà del secolo XVI, cioè durante il periodo antico, è conosciuto anche col nome di antico nordico o norreno; si fa cominciare il periodo moderno con l’introduzione della riforma luterana, verso la metà del XVI secolo. Dal 1397 al 1944 l’Islanda è stata unita al Regno di Danimarca.
Si scrive con l’alfabeto latino arricchito di due lettere speciali, comuni anche al gotico e provenienti probabilmente dalle rune. Queste due lettere: Ð-ð e Þ-þ vengono rese di solito, coi digrammi Dh-dh e Th-th rispettivamente.
In lingua islandese non esistono né Ø-øÅ-å; c’è solo la Æ-æ che suona ài.
L’accento tonico cade di solito sulla prima sillaba del radicale di ciascuna parola. Il segno grafico dell’accento acuto contraddistingue vocali lunghe o dittongate.

Feringio
Le Isole Fær Øer costituiscono una comunità autonoma nell’àmbito del Regno di Danimarca: sono sotto l’amministrazione danese da quando Margherita I la Grande di Danimarca (1387-1412) ereditò la Norvegia nel 1380, allora regnante il figlio Olaf IV (1376-1387).
Col trascorrere del tempo il feringio – considerato in passato un dialetto islandese – ha acquisito la nobiltà di lingua indipendente, a mezza strada fra il norvegese occidentale e l’islandese (con vocaboli presi a prestito dal danese). Nel 1846 si stabilì un’ortografia convenzionale, e nel 1948 soppiantò il danese come prima lingua (quest’ultima, però, è ancora obbligatoria).
Anche in feringio ci sono le lettere Ð-ð, Þ-þ e Æ-æ
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