"METODO", N. 21/2005

Marietta Stepanyantis
INTRODUZIONE A
SUFISMO E CONFRATERNITE NELL’ISLAM CONTEMPORANEO
IL DIFFICILE EQUILIBRIO TRA MISTICA E POLITICA

Nell’epoca moderna e contemporanea l’islam si presenta sul piano internazionale nella sua dimensione prevalente di identità religiosa desiderosa e capace di attivarsi sul piano politico. Le varie forme di fondamentalismo islamico sorte nel corso del secolo XX rappresentano le espressioni più evidenti di una concezione dell’islam in cui dimensione religiosa, politica e giuridica sono strettamente connesse e elaborate in modo conflittuale rispetto alla modernità culturale e istituzionale. Gli stati musulmani conservatori, pur avendo obiettivi diversi dai movimenti dell’islam politico, si pongono sostanzialmente sulla stessa linea: l’affermazione del carattere religioso dell’istituzione politica attuato soprattutto tramite il mantenimento della centralità della šarî‘a, è infatti funzionale al mantenimento del potere nelle mani delle élite politiche al governo. Anche stati che per decenni sono stati tradizionali alleati dell’Occidente sul piano geopolitico, come l’Arabia Saudita, non hanno mai accettato di condividerne i valori fondamentali, quali i diritti dell’uomo, la prassi democratica, la valorizzazione della società civile, la distinzione tra sfera religiosa e sfera politica. In questo senso si sono protratte delle ambiguità di fondo che oggi, di fronte alla minaccia internazionale del terrorismo islamico, rivelano tutta la loro pericolosità.
Le situazioni conflittuali non possono infatti essere superate con la pura forza militare o con la sola mediazione politica, ma esigono di essere affrontate con un impegno culturale articolato e di lungo periodo, che abbia l’obiettivo di promuovere il rinnovamento socio-culturale e socio-politico delle società musulmane, e di creare convergenze concrete su quei valori comuni atti a tutelare la dignità e la libertà dell’uomo, condizione necessaria per lo sviluppo di società democratiche in grado di gestire il pluralismo al proprio interno e il dialogo politico e culturale con l’esterno.
Perché il dialogo culturale e politico teso a evitare lo scontro tra le civiltà possa avere prospettive efficaci di successo, è di fondamentale importanza identificare quegli interlocutori e quelle tendenze culturali esistenti nei diversi universi religiosi e culturali, che si presentano come più propense ad aprirsi a tale percorso. Questo implica l’impegno a uno studio serio dei diversi mondi religiosi e culturali per identificare tali tendenze e valutarne il ruolo culturale, sociale e politico.
Nel caso dell’islam accanto alle tendenze fondamentaliste e conservatrici, assai visibili sul piano internazionale e oggetto di molti studi, vi sono correnti riformiste costituite prevalentemente da intellettuali, che stanno cercando di elaborare sintesi nuove al fine di conciliare l’islam con la modernità, riscoprendone i valori più profondi nel tentativo di liberarlo dalla strumentalizzazione politica. Si tratta di tentativi e percorsi culturali assai importanti, e seppur limitati per ora a ambiti intellettuali specifici, mostreranno la loro efficacia.
Esiste però all’interno dell’islam un’altra grande corrente, che è nel lo stesso tempo segnata da un profondo carattere spirituale e mistico e da una grande diffusione trasversale a tutte le società musulmane. Si tratta di quel mondo estremamente complesso rappresentato dal sufismo. E un mondo complesso perché al suo interno occorre distinguere il sufismo dottrinale – elaborato in epoca medievale –, le confraternite, che ne rappresentano la strutturazione organizzata, ma che ha però elaborato il sufismo dottrinale in forme assai semplificate, e infine il vasto fenomeno della devozione e del culto dei santi (fondatori delle confraternite o personaggi ad esse collegate) assai diffuso a livello popolare.
Il sufismo nella sua accezione più ampia, rappresenta dunque un fenomeno religioso articolato, tradizionalmente presente in tutto il mondo musulmano, dal Marocco all’India, dal Caucaso all’Africa sub-sahariana. Il sufismo dottrinale rappresenta un’interpretazione dell’islam che pone in primo piano la dimensione religiosa e spirituale, insistendo sul cammino di perfezionamento inferiore dell’uomo: fin dall’XI-XII secolo il sufismo ha conosciuto forti tensioni con le forme più istituzionalizzate dell’islam, che hanno finito per prevalere e imporsi come ortodossia ufficiale. Nonostante questo, il mondo delle confraternite e del culto dei santi ad esso collegato ha conosciuto un percorso di grande espansione, anche se nell’epoca contemporanea esso stesso si è trovato nuovamente sotto accusa sia ad opera dell’islam wahhabita che si propone in modo intransigente come nuova ortodossia, sia ad opera di una parte dei riformisti della prima metà del secolo XX, che vedevano nelle forme popolari di sufismo un fenomeno di arretratezza culturale.
La rilevanza culturale del sufismo e la diffusione delle forme popolari ad esso collegate rendono invece importante uno studio di questo fenomeno nelle società musulmane contemporanee, sia per verificarne l’effettiva persistenza e vitalità, sia per valutare qualitativamente il ruolo che esso svolge sul piano culturale, sociale e politico. Le confraternite, diffuse in modo articolato in tutto il mondo musulmano, sono state certamente attori importanti sul piano socio-politico nel passato anche recente. Diviene dunque importante conoscerne e valutarne il ruolo oggi, per comprendere quale sia il loro contributo alle dinamiche attuali che attraversano il mondo musulmano, e la loro eventuale capacità di favorire uno sviluppo dell’islam che superi le interpretazioni conservatrici e fondamentaliste.
Sono questi gli interrogativi che hanno guidato la ricerca che trova pubblicazione in questo volume. La prima parte dell’opera è dedicata al sufismo dottrinale fiorito nei primi secoli dell’islam, di cui il saggio di Alberto Ventura presenta le origini e le caratteristiche fondamentali, riprese nei saggi di William C. Chittick e di Andrey Smirnov con attenzione specifica ai due temi fondamentali dell’amore come via verso la verità e dell’ontologia come base per l’elaborazione di una visione pluralista e tollerante del mondo.
All’approfondimento sintetico dei tratti caratterizzanti il sufismo all’interno dell’islam, segue la seconda parte che affronta in modo articolato l’analisi del ruolo delle confraternite nelle società musulmane contemporanee.
I diversi casi di studio comprendono i saggi sul Senegal di Adriana Piga, sull’India di Mare Gaborieau, su Siria e Israele di Itzchak Weismann, sulla Turchia di Thierry Zarcone, sul Caucaso di Alikber K. Alikberov e sui Balcani di Alexandre Popovic. L’insieme dei testi offre una descrizione approfondita della realtà contemporanea delle confraternite nell’ambito del vasto mondo musulmano, cogliendo sia tratti comuni sia specificità regionali e locali, collegate ai diversi contesti culturali e politici e all’incidenza della storia più antica e recente.
Infine le ultime due parti del volume si propongono di analizzare in che modo il sufismo dottrinale possa incidere positivamente sul dialogo interreligioso contemporaneo e sul più ampio dialogo tra universi culturali. In questa prospettiva, nella terza parte dell’opera.
I saggi di Giuseppe Scattolin e Kenan Gürsoy cercano di identificare rispettivamente dai punti di vista cristiano e musulmano i temi e i tratti fondamentali del sufismo particolarmente atti a sviluppare percorsi di dialogo, mentre i saggi di Mohammad Rafìque e Sachiko Murata analizzano piuttosto in prospettiva storica il dialogo e lo scambio culturale realizzatesi in India tra sufismo e hinduismo e in Cina tra religioni cinesi e islam sufi. I saggi di Cari W. Ernst e di Marietta Stepanyants concludono come quarta parte il volume, prospettando un’analisi sintetica della possibile evoluzione del sufismo e della sua influenza da un lato sui processi culturali interni alle società musulmane, dall’altro sull’apertura dell’islam al dialogo tra religioni e culture. Ernst analizza in particolare l’evoluzione del sufismo in epoca contemporanea, caratterizzata da un’ampia diffusione degli insegnamenti spirituali della tradizione sufi (tradizionalmente invece affidati alla trasmissione esoterica) e dunque da una nuova inedita possibilità di incidenza sul piano culturale e religioso sia all’interno dell’islam sia all’esterno dei suoi confini. Nell’ultimo saggio chi scrive tenta infine una valutazione del possibile ruolo del sufismo all’interno del processo riformatore nell’islam contemporaneo.
Una tale ricchezza di analisi offre un quadro ricco e complesso del mondo sufi odierno. Lasciando alla lettura dei singoli saggi l’approfondimento analitico, si possono avanzare però alcune considerazioni sintetiche sul ruolo attuale del sufismo nell’islam. A questo proposito bisogna riconoscere che il sufismo dottrinale, rappresentato dalla grande eredità mistica e spirituale dei grandi maestri dei primi secoli dell’islam, pur essendo una fonte di grande ricchezza per riscoprire un islam spirituale, che mette al centro del proprio interesse il rapporto del singolo credente con Dio vissuto nell’interiorità, e non lo risolve sul piano immediatamente legale e istituzionale, esercita da secoli e anche oggi un’influenza scarsa sul piano dell’elaborazione culturale relativa alla vita associata delle società musulmane. La riscoperta di questo patrimonio in modo più ampio e diffuso è se mai un fenomeno recente, legato in parte all’interesse accademico verso di esso sorto a livello internazionale, che ha avuto come effetto il moltiplicarsi di studi e di edizioni e traduzioni di testi, soprattutto nei paesi europei e negli Stati Uniti. Questo patrimonio ha però avuto scarsa influenza nel mondo delle confraternite, che pur rappresentando la struttura organizzata e popolare del sufismo, hanno normalmente conservato un legame assai tenue con il suo patrimonio intellettuale e mistico, privilegiando invece, all’interno di tale tradizione, l’attenzione alle dimensioni tecniche della preghiera (dikr) e la continuità del legame spirituale e carismatico con i fondatori. E se mai oggi che si assiste, soprattutto in Turchia, a una rivalutazione di tale patrimonio intellettuale e spirituale anche nell’ambito di alcune confraternite che promuovono la pubblicazione dei testi fondamentali del sufismo classico. Analogo fenomeno si ha all’interno di alcune confraternite che hanno propri rami trapiantati in Occidente. E dunque possibile che le proporzioni di questo fenomeno possano aumentare in futuro, e che il sufismo dottrinale, adeguatamente valorizzato e criticamente interpretato, possa esercitare un ruolo rinnovato sul piano religioso e culturale, dando origine a sintesi nuove all’interno dell’islam.
Il mondo delle confraternite da parte sua è assai variegato, e non costituisce di per se stesso un bacino omogeneo, in grado di offrire alternative certe all’islam politico conservatore o di ispirazione fondamentalista. La tipologia delle confraternite dal punto di vista dell’impegno politico è assai varia: alcune tengono ferme distanze da tale dimensione, altre invece ne fanno un aspetto centrale del loro interesse, assumendo posizioni diverse a seconda delle concrete situazioni locali o regionali. In alcuni casi, come in Siria o nel Caucaso, non mancano settori di confraternite che hanno fatto propria l’ideologia dei nuovi movimenti dell’islam politico, sposandone sia le impostazioni dottrinali sul piano religioso islamico sia le strategie politiche. In altri casi, come in Senegal, a una forte influenza politica legata al profondo e diffuso radicamento nella società, corrisponde una presa di distanza dalle interpretazioni politico-religiose di ispirazione sia conservatrice sia fondamentalista, e un’accettazione del pluralismo culturale e religioso e della laicità delle istituzioni come garanzia concreta per l’esistenza di tale pluralismo. Proprio la grande varietà di opzioni attuata sul piano concreto rende impossibile identificare nelle confraternite degli attori sociali e politici comunque in grado di promuovere una lettura e una prassi politica alternativa all’islam di ispirazione fondamentalista o conservatrice. In questo senso ogni lettura semplifìcatrice deve essere evitata, e la tipologia di prassi politica deve essere di volta in volta valutata in rapporto al contesto in cui le singole confraternite sono inserite.
L’analisi del sufismo apre dunque gli orizzonti su un mondo complesso, che se non costituisce – ne ha mai costituito – in modo omogeneo un’alternativa netta alle forme istituzionalizzate dell’islam sul piano religioso e politico, certamente ha al proprio interno quelle risorse culturali che, se debitamente rivisitate e valorizzate, possono contribuire a sviluppare in sinergia con il riformismo musulmano contemporaneo nuove letture e interpretazioni dell’islam aperte al dialogo con le altre culture e con la modernità.

Marietta Stepanyantis (a cura di...), Sufismo e confraternite nell’islam contemporaneo. Il difficile equilibrio tra mistica e politica, Centro di Studi Religiosi Comparati Edoardo Agnelli,
Edizioni Fondazione Giovanni Agnelli, Torino, 2003, pp. 382, ISBN 88-7860-186-1, € 24,00