Bibl.: «L’Arno», Pisa, VI (1993), N. 12 (5 giugno), p. 11

Giovanni Armillotta
LA SOPPRESSIONE DELL’UNIVERSITÀ DI PISA DAL 1851 AL 1859

Non molti sanno che nei suoi sei secoli e mezzo, l’Università di Pisa per ben otto anni non è esistita, perdendo del tutto la sua personalità istituzionale.
Immediatamente dopo la I Guerra d’Indipendenza (1848-49), Leopoldo II, “imbufalito” per l’intervento a Curtatone e Montanara dei professori e degli studenti di Pisa e Siena, sottopose gli uni e gli altri ad una strettissima vigilanza, al punto che gli ordinamenti dei due atenei risentirono le conseguenze.
Con il decreto del 28 ottobre 1851 il granduca, trascurando e infischiandosene delle antiche tradizioni e l’interesse degli studi, dispose l’unione dei due Atenei, pisano e senese, in una sola e generale “Università della Toscana”. Essa ebbe sei facoltà: filologia e filosofia, medicina e chirurgia, scienze matematiche, scienze naturali (Pisa), giurisprudenza, teologia (Siena).
Con la legge del 31luglio 1852 furono stabilite per ognuna delle sei facoltà le cattedre che dovevano farne parte, stravolgendole alle nuove condizioni politiche.
Ma tre giorni dopola deposizione del tiranno, avvenuta il 27 aprile 1859, il Governo provvisorio toscano Peruzzi-Malenchini-Danzini annullò il decreto del ’51 ripristinandol’indipendenza e la dignità degli atenei di Pisa e Siena, umiliati dal granduca Leopoldo II.

Testo della lapide scolpita sul retro del basamento della statua
a Leopoldo II in piazza del Duomo a Pietrasanta:

L’ASSEMBLEA TOSCANA

dichiara che la dinastia austrolorenese, la quale nel 27 aprile 1859 abbandonava la Toscana,
senza ivi lasciar forma di governo, e riparava nel campo nemico,
si è resa assolutamente incompatibile con l’ordine e la felicità della Toscana;
Dichiara che non vi è modo alcuno per cui tale dinastia possa ristabilirsi,
e conservarsi senza oltraggio alla dignità del Paese, e senza offesa ai sentimenti delle Popolazioni,
senza costante e inevitabile pericolo di vedere turbata incessantemente la pace pubblica, e senza danno d’Italia;
Dichiara conseguentemente non potersi né richiamare,
né ricevere la dinastia austro-lorenese a regnare di nuovo sulla Toscana.

Esempio ai Popoli e ai Regnanti

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© Giovanni Armillotta, 1998