Bibl.: «L’Arno», Pisa, VII (1994), N. 4 (16 aprile), p. 14

Giovanni Armillotta
PISA, CAPITALE ITALIANA DEL SERVIZIO TELEGRAFICO

L’avvenimento più importante della storia toscana del XIX secolo fu indubbiamente lo spostamento della capitale del Regno d’Italia da Torino a Firenze (3 febbraio 1865-31 dicembre 1870). Questo – oltre a comportare il maggior peso del capoluogo toscano in tutti gli aspetti della vita economica e sociale – privò Pisa di considerevoli traguardi, conquistati grazie all’impegno e all’intelligenza dei suoi cittadini.
Già nel 1865 Pisa fu la prima città italiana che inaugurò la linea telegrafica elettrica (tratto Pisa-Lucca con sistema di L. Bréguet “a scappamento”) a cui seguirono la Firenze-Livorno e la Empoli-Siena. Senz’altro il primato di questa innovazione non sarebbe toccato alla nostra città senza l’opera assidua del grande fisico Carlo Matteucci, docente dell’Università di Pisa e primo Direttore Generale dei Telegrafi in Italia; cui vanno debitrici le invenzioni e i perfezionamenti nella fisica in generale e nell’elettricità in particolare, molti dei quali portano il suo nome.
Il servizio telegrafico fu esercitato dapprima promiscuamente in collegamento col telegrafo ferroviario alla Stazione Leopolda (piazza Guerrazzi, poi sede del mercato ortofrutticolo) sino al 1860, quando s’impose la necessità di trovare un locale più ampio e meno fuori mano, per venir meglio incontro alle esigenze degli utenti.
Fra le varie proposte fu scelto un locale posto a sinistra di chi guarda la facciata del Palazzo del Governo, per la sua centralità e vicinanza alla Prefettura con la quale il telegrafo aveva relazioni di vitale importanza. Inoltre era demaniale, perciò senza onere d’affitto.
Cosicché dalla sua istituzione al 1858, il servizio telegrafico della Toscana ebbe la Direzione Generale a Pisa, in piazza dei Cavalieri, da lì passò a Palazzo Schiavini in lungarno Mediceo n. 25, e vi restò fino al 1862 finché fu trasferita a Firenze – già in odore di capitale.
Nel medesimo anno furono unificati i servizi postale e telegrafico di tutto il Regno, e la Direzione Generale dei Telegrafi e la Soprintendenza Generale delle Poste dettero vita alla Direzione Generale del Telegrafo e della Posta, durate sino al marzo 1889, epoca della creazione del Ministero delle Poste e dei Telegrafi.
In Pisa, frattanto, nel 1862 alla Direzione Generale succedé la Direzione Compartimentale (diretta da Francesco Del Guerra), la quale eresse l’Ispezione (o Sezione) in principio situate entrambe nel suddetto Palazzo Schiavini. Ma anche il Compartimento nel 1864 fu assorbito da Firenze (ma sempre sotto la direzione di Del Guerra), tranne l’Ispezione – degradando Pisa a sede di Direzione locale e poi d’Ufficio primario. A sua volta l’Ispezione passò accanto alla palazzina ove morì Mazzini, il 10 marzo 1872, poi in via Mazzini n. 60 e 62 e infine in via Vespucci n. 4.
Con la soppressione dei Compartimenti sul territorio nazionale, avvenuta il 1° novembre 1896, anche l’Ispezione pisana – ultimo rimasuglio di amministrazione postale– fu abolita.
Nel periodo 1880-1885 un pisano, Licurgo Santoni, organizzò i servizi postali a Khartoum (allora Sudan anglo-egiziano): per la prima volta un’innovazione occidentale urtò la decisa opposizione dell’integralismo islamico del Mahdi.

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© Giovanni Armillotta, 1998